Mania

Mania è una raccolta di sei racconti di Daniele Del Giudice, pubblicata inizialmente da Einaudi nel 1997. I sei testi sono stati poi inclusi nel volume dei Racconti, edito ancora da Einaudi nel 2016, che riunisce tutti i testi narrativi brevi dell’autore: i racconti di Mania compaiono nella prima sezione, costituita da testi già pubblicati, tra Nel Museo di Reims e Mercanti del Tempo (la seconda sezione, invece, è costituita da alcuni inediti). In questo riaccorpamento sono stati però sacrificati la «Nota» dell’autore, parzialmente traslata in una «Nota» del curatore, e l’esergo, che non erano senza importanza per l’interpretazione della raccolta. Nella «Nota», infatti, si legge che i testi che la compongono, eterogenei per temi, forma e provenienza, si sono «depositati nel tempo seguendo un loro filo», chiarito dall’esergo foscoliano ripreso nel titolo: «Notate che la ‘mania’ deriva dal troppo sentire». Ogni racconto è dunque il racconto di una particolare mania.
Il testo incipitario è L’Orecchio Assoluto, scritto nel 1990, che narra retrospettivamente di un omicidio perpetrato dal narratore ai danni di un giovane ittiologo e compositore dall’orecchio assoluto. Sarà un brano musicale del ragazzo a indurre il protagonista, in un raptus straniante, all’omicidio.
Segue «Com’è adesso!», composto da Del Giudice, nel 1992, sull’onda della visione delle fotografie delle morti di Aldo Moro e di Pier Paolo Pasolini sui quotidiani dell’epoca. Interamente costituito da un dialogo, il racconto discute della grottesca spettacolarizzazione mediatica del cadavere di un’attrice, riesumato nel suo macabro stato di decomposizione.
Evil Live (1995-96), terzo in ordine, è per tema – la «Grande Rete» – il più attuale. Su un forum di commenti online, Timetolose legge una novella pubblicata da EvilLive, in cui si racconta della lotta corpo a corpo di Eva con un’altra donna, Ruth, che in quella lotta troverà la morte. Scambi epistolari intercorrono tra i due utenti fino all’ironico congedo di Timetolose dalla narrazione.
Fuga (1996)racconta invece la fuga del giovane Santino, dopo il furto della moto di un camorrista, nel Cimitero del Popolo di Napoli. Si tratta del racconto dal taglio più saggistico, poiché alla finzione narrativa sono intercalate informazioni e osservazioni sulla storia del cimitero napoletano, progettato dall’architetto Ferdinando Fuga.
Dillon Bay, apparso originariamente nel volume La metropoli difesa (1985), curato da Amelio Fara e pubblicato dallo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, risale al 1984, quando «fu chiaro», secondo ciò che Del Giudice scrive nella «Nota», «che l’uscita dalla pace per la deterrenza atomica avrebbe potuto reintrodurre la guerra convenzionale». Soggetto del racconto è infatti un’esercitazione militare, il cui obiettivo è una fortezza a forma di stella. Attraverso l’azione e il dialogo che si svolge tra il narratore e il colonnello Roselani, il racconto diventa una riflessione su esperienza, percezione e immaginazione.
Chiude il volume Come Cometa, che apparve per la prima volta il 22 dicembre 1996 sulle pagine de «Il Sole-24Ore». Il narratore racconta della passione di Anita per una cometa (e della propria attrazione verso la donna), sullo sfondo del cielo notturno al passaggio della stella.
I soggetti dei racconti sono dunque difformi, ma emergono chiaramente alcuni temi ricorrenti: la morte e le sue forme, lo scorrere del tempo, il rapporto con l’altro, la violenza. Centrale è soprattutto il tema dell’ossessione, o mania, che viene reso formalmente attraverso un uso costante della prima persona e che Tiziano Scarpa, nella prefazione ai Racconti, definisce una «passione conoscitiva» comunicata nella relazione tra due individui. Tale dialettica è sempre orientata su un tertium oggettuale, che costituisce il punto di focalizzazione delle prospettive e il perno attorno al quale ruotano le interazioni dei personaggi, che sono tipicamente il personaggio ‘maniaco’ e il suo interlocutore. Questi è spesso una vittima, che in sé funge anche da testimone, poiché, nel subire, coglie e valida la tensione direzionante del protagonista. La relazionalità della mania, così variamente declinata, trova risoluzione più serena nel racconto finale, nella passione per la cometa che Anita condivide con il narratore e che per questo assume un autentico valore conoscitivo.